SCUOLE E ISTRUZIONE A VILLASANTA

Proviamo a scoprire le tracce di come nel corso dei secoli i nostri giovani concittadini hanno potuto accedere ad un’istruzione, anche solo di base, e di quale siano state le strutture che li hanno accolti. Dalle prime classi “promiscue” tra la Santa e Villa San Fiorano all’istruzione di massa nella moderna Villasanta

“Scuola rurale” - 1891 E.Lowson

Accingendoci a stendere una breve storia dell’Istruzione e delle sue Istituzioni a Villasanta, come prima cosa dobbiamo dire che fino agli ultimi decenni del 1700 non abbiamo alcuna significativa informazione su tale argomento, se non brevi e frammentari accenni sparsi. Del resto è proprio intorno a quei decenni, come vedremo, che nasce, per lo meno in Lombardia, una prima struttura di Scuola pubblica che si avvicina alla moderna concezione di un’Istruzione obbligatoria, gratuita e a livello nazionale, per lo meno per i primi cicli scolastici.

LE PRIMA TRACCE

Per tutto il Medioevo l’Istruzione fu monopolio della Chiesa . Questa gestiva vari tipi di scuole, tra le quali anche quelle “parrocchiali” che fornivano un’alfabetizzazione di base. Anche la più recente storiografia ammette comunque l’assenza ( se non la stessa impossibilità per mancanza di fonti) di una esaustiva conoscenza delle strutture scolastiche laiche e religiose nel contado milanese per tutto il medioevo.
Da una serie di testimonianze sparse gli studiosi hanno potuto però trarre alcune indicazioni di fondo. Già nel 1400 comincia ad apparire in molte comunità, sia grandi che piccole, della Brianza e della Martesana la presenza di “scuole pubbliche, aperte cioè a quanti abbiano la voglia e la possibilità di frequentarla”. Particolarità di queste esperienze risulta l’impianto di queste scuole,  soprattutto nelle località piccole, non su iniziativa dei consigli comunali, bensì di gruppi di privati che ingaggiavano il maestro. Si trattava per lo più, anche se non esclusivamente, di membri della “nobiltà rurale” e di “mercanti locali” illuminati che si obbligavano formalmente – in cambio del suo impegno a “docere gramaticam” nel villaggio, ed anzitutto agli scolari che loro gli avessero inviato – a garantire al maestro un salario minimo e talora anche altri benefici (una casa, ad esempio).  E’ comunque ben difficile pensare che in quell’epoca qualche famiglia contadina o anche artigiana della Santa o di Villa S.Fiorano potesse privarsi del lavoro dei figli, anche in giovanissima età, per far loro frequentare una scuola, magari in qualche parrocchia monzese. Ben diversa era chiaramente la situazione dei giovani delle famiglie nobili o dei ricchi borghesi, che potevano accedere a costosi collegi o all’impiego di precettori, sia ecclesiastici che laici. Ma non è  questo tipo di istruzione che qui ci interessa.

Scuola medioevale

Dobbiamo aspettare il 1621 per avere una prima conferma della presenza di un insegnante presso la nostra parrocchia. Nelle annotazioni della visita pastorale del Cardinale Federico Borromeo si cita il prete Giovanni Francesco Gandolfi che conduceva un’attività scolastica di prima alfabetizzazione dietro un compenso proporzionato al numero di alunni  presenti. Interessante è anche la nota sull’attività nella Santa Anastasia di una “Scuola della Dottrina Cristiana”. Queste istituzioni funzionavano solo la domenica e gli altri giorni festivi e il loro scopo principale era l’insegnamento del catechismo ai ragazzi del popolo; poiché insieme al catechismo vi si insegnava anche a leggere e scrivere esse dettero un contributo alla riduzione dell’alfabetismo. Nella nostra parrocchia era rivolta ai giovani di entrambi i sessi, anche se in locali separati.

Queste realtà scolastiche mantenevano comunque un alto grado di precarietà. Circa un secolo dopo, nel verbale della visita pastorale nel 1763 del cardinale Pozzobonelli si lamenta l’assenza nella parrocchia di medici, chirurghi e anche di insegnanti.
Nel caso della nostra comunità non abbiamo neanche notizia dell’istituzione di una di quelle “scuole comunali” laiche che nel frattempo si andarono affiancando alle iniziative ecclesiastiche. Non certo a Villa San Fiorano, mentre non è escluso che qualche giovane contadino della Santa potesse frequentare una di queste scuole istituite dal comune di Monza.

LA RIFORMA TERESIANA

E arriviamo così alla seconda metà del ‘700, quando nel 1774 Maria Teresa d’Austria promosse un’importante riforma scolastica, che permettesse ai figli del popolo di acquisire una «mentalità onesta, sensata e lucida». Essa prevedeva tra l’altro l’obbligatorietà della scuola elementare per i bambini dai 6 ai 12 anni e l’istituzione di apposite scuole normali per la preparazione dei maestri.

In Italia la riforma teresiana fu parzialmente attuata in Lombardia, anche grazie all’opera del padre somasco Francesco Soave. quando nel 1788 nacque a Milano la prima scuola pubblica per la preparazione dei maestri (detta scuola di metodo).

Piccole contadine sui banchi di scuola

Anche la nostra comunità fu così investita da questo processo innovatore, anche se nel territorio monzese l’applicazione della riforma richiese qualche decennio. Significativo comunque il risultato di un censimento che a fine ‘700 raccolse i dati relativi allo stato di fatto delle strutture “scolastiche” nella Provincia milanese. A Villa San Fiorano si conferma come non esistesse “alcun maestro normale con soldo regio” ma solo l’attività di tale Pietro Piazza tessitore che insegnava (senza metodo normale, perché insciente di tal metodo) a leggere e scrivere (ma non a far di conto) a una quindicina di alunni dietro il compenso di 10 o 15 soldi ciascuno. Non si precisa dove avessero luogo queste lezioni né gli orari e le modalità di frequenza.

Qual era la qualità dell’insegnamento e il trattamento generale rivolto ai piccoli alunni?

Può essere istruttivo a tal proposito riportare il merito di una Circolare del Magistrato Camerale datata 1791 con la quale si prescrisse l’obbligo per ogni “scuola normale” di dotarsi di apposito incaricato da pagare 18 lire annue per “accendere il fuoco per le bragiere, tenere pulite le aule e fare gli altri occorrenti servigi” che prima erano assolti dagli “alunni poveri”, ora del tutto dispensati. In effetti il governo austriaco si fece carico di tutte le spese relative all’istituzione di queste nuove strutture scolastiche, attingendo buona parte di queste risorse dal “Fondo di religione”. Questo era un Ente governativo dove vennero accorpati tutti i beni e le rendite dei tanti ordini religiosi, nonché conventi e monasteri che gli “illuminati” principi asburgici soppressero negli ultimi decenni del ‘700. Inoltre non pochi religiosi, sia monaci che suore, espulsi dalle loro abazie vennero impiegati proprio in questa vasta operazione di diffusione dell’istruzione primaria

Il Santuario della Madonna delle Grazie a Monza

Ma cosa prevedeva in concreto questa riforma per la nostra comunità?

Per tutti gli alunni maschi delle cascine del circondario Nord di Monza, tra cui anche la Santa e VSF, si previde una “scuola triviale”, in quanto non cittadina, presso il convento dei Minori Osservanti delle Grazie. Qui sarebbero confluiti circa 140 ragazzi sotto la guida (secondo il metodo normale) di un insegnante scelto tra i religiosi del convento con una retribuzione annua di Lire 75,00. Per le 120 fanciulle di questo stesso territorio, per il momento, vennero invece individuate le strutture già presenti in centro a Monza ed in particolare presso la Casa Regia (ex convento di S.Paolo) dove risiedevano le suore rimaste senza una collocazione a seguito della chiusura del loro monastero e ora impiegate nella pubblica istruzione e nell’insegnamento dei lavori femminili.

Da quanto abbiamo potuto accertare, la frequenza a queste scuole triviali non era del tutto gratuita, se non per i “veri poveri”, quelli cioè che con Fede del Parroco potevano provare la loro condizione di fronte alla Regia Intendenza Provinciale (una sorta di Isee ante litteram). Da alcune statistiche del tempo sembra comunque che i paganti fossero proprio una decisa minoranza e che la frequenza non era certo né totale né costante. L’anno scolastico era diviso in due semestri, il primo che cominciava a Novembre e il secondo a Pasqua.

IL 1800 E LE PRIME SCUOLE ALLA SANTA E VILLA SAN FIORANO

Questa situazione trovò ulteriori sviluppi dal 1812.

In questa data il Podestà di Monza, su determina del Consiglio Comunale, avvisa il Parroco della Santa della prossima apertura di una “scuola normale per fanciulli” presso la sua parrocchia. Questa può considerarsi la prima struttura scolastica “moderna” presente nel nostro territorio, anche se non sappiamo dove fosse collocata e con quale frequenza si svolgesse. Dopo un decennio, in occasione della sistemazione delle scuole elementari della città e del circondario, definita con delibera di Monza del 1822, la municipalità di VSF, già a suo tempo interpellata,  acconsente ad istituire una “scuola elementare minore” promiscua per le due comunità della Santa e di VSF, sempre unicamente per i giovani maschi. Per le femmine si continuò per adesso a prevederne la frequenza alle scuole presenti a Monza, tutte praticamente presso Istituti religiosi, del resto già istituite con delibera del 1811.

Iniziano da qui le vicende di questa meritoria istituzione promiscua tra Monza e VSF, che, come accadde per l’altra struttura condivisa quale era il Cimitero, fu spesso oggetto di contenziosi e contrasti tra le due municipalità. Le spese venivano sostenute dal comune di VSF previo rimborso da parte di Monza in rapporto al numero degli abitanti delle due comunità, anche perché i locali situati in VSF erano affittati a nome di questo comune.  Dobbiamo dare merito alle due amministrazione che dopo una decina d’anni aprirono una identica scuola promiscua questa volta destinata alle fanciulle.

Inizialmente si trattò in effetti di due sole classi plurilivello, una maschile e l’altra femminile, poste in due locali differenti, la prima con il maestro Angelo Villa della Santa e l’altra con la maestra Celestina Pioltelli. Non sembra proprio che le due classi godessero di condizioni del tutto adeguate ad un buon rendimento degli scolari. Basti pensare che la classe maschile era collocata in un locale all’interno di uno stabile che ospitava anche un’officina tessile con tanto di ”incannatoio”. Per quanto riguarda invece la classe femminile, la Deputazione scolastica considerò del tutto insoddisfacente il locale primariamente occupato, tanto che il comune di VSF, in accordo con quello di Monza, nel 1855 trasferì la classe presso lo stesso stabile dove già si trovava quella maschile, ambedue al primo piano, “nonostante” il grave inconveniente che in questo modo le due classi avessero “una sola porta d’ingresso” !!!

"Il castigo dei fanciulli" (Acquaforte di B. Pinelli - 1810)

Ma ben presto questi locali suscitarono nuovi contenziosi. Nonostante la valutazione di “sufficienza” espressa dal maestro Brambilla e dalla maestra Botteri, le ispezioni della Deputazione scolastica segnalarono invece gravi deficienze. In particolare si lamentava un livello di umidità eccessiva, tale da provocare “lievi dolori di reuma nelle gambe e nelle reni” degli scolari, nonostante l’impiego di un  camino e della stufa (il bello è che questi inconvenienti erano ricondotti al fatto che i locali fossero “di recente costruzione”). Altrettanto “inabitabile” si considerò anche l’annesso alloggio destinato alla maestra, che doveva essere messo a disposizione dal Comune. In effetti la legge Casati del 1859 (poi estesa a tutta Italia) stabiliva il carattere gratuito dell’istruzione elementare, ma questa doveva essere assicurata dai comuni (senza preoccuparsi della loro capacità finanziaria) e l’obbligo di mandare i bambini a scuola era affermato solo in modo generico.

Una classe femminile del 1898 nel cortile della “Curt di mort”. (Da “Villasanta – Immagini ritrovate” di B.Ferrara)

Tornando alle nostre vicende locali, nel 1869 cominciò a farsi sentire il Sindaco di Monza, che, gravemente preoccupato per la situazione scolastica alla Santa, chiese espressamente che VSF intervenisse per sanare questi inconvenienti nella scuola promiscua.

Il Sindaco Antongini di VSF in effetti si attivò subito, anche perché i nuovi proprietari  Daelli dei suddetti locali non prorogarono l’affitto degli stessi. Vennero subito individuati nuovi spazi in un edificio in ristrutturazione della famiglia Corno. Veniamo così a sapere che questi nuovi spazi, situati in Piazza Daelli, in corrispondenza della prima corte verso via Mazzini (Curt di mort), dovevano accogliere sia le due classi, maschile e femminile, che l’alloggio della maestra e anche gli uffici del Municipio (non pensiamo più di una stanza).

Ma la nuova collocazione non sembrò migliorare per niente la situazione.  Anzi !! Nell’ottobre 1873 si arrivò addirittura ad una Petizione sottoscritta da 22 cittadini della Santa (prima firmataria Francesca Ciani vedova Camperio) rivolta al sindaco di Monza perché istituisse una scuola comunale per la sola frazione, sganciata da VSF.

Le firme in calce alla Petizione del 1873

Del resto i postulanti rivendicavano come la Santa oramai vantasse più di 1200 abitanti (anche se ufficialmente ne risultavano 1092) e vivesse un significativo sviluppo commerciale ed industriale. Inoltre delle 200 famiglie della frazione solo 4 mandavano i figli alla scuola promiscua, mentre le altre ricorrevano alle scuole monzesi (con grave disagio logistico) o a piccole scuole contadine private (del tutto inadeguate).
Molto significative sono le motivazioni che spinsero questi “santesi” a tale iniziativa:
* locali angusti ed inadeguati, soprattutto per la classe maschile;
* assoluta disattenzione del maestro relativamente alle esigenze della scuola, stante anche il fatto che     egli svolgeva contemporaneamente funzioni di Segretario comunale e organista, nonché un’attività privata di sarto (si vede come la Riforma faticasse ancora ad affermarsi pienamente);
* manifesta incapacità professionale del maestro nello svolgimento del suo ruolo educativo; si attesta comunque una situazione decisamente migliore per la classe femminile.

 

Si aprì immediatamente il contenzioso tra i due comuni, in particolare con le accuse rivolte dai Sovrintendenti scolastici di Monza all’amministrazione di VSF di aver sottaciuto le vere condizioni di insufficienza della scuola promiscua, nonostante i solleciti e le richieste di intervento da parte di Monza, che si trovò del tutto sorpresa dalle note della suddetta Petizione.
Tanto fu che alla fine Monza decise di disdire l’accordo con VSF per la comune struttura scolastica a partire dal 1874.
Il sindaco di VSF non sembrò scomporsi più di tanto e, preso atto della decisione di Monza, fece però presente che non si potevano disdire i contratti con i due maestri e l’affitto dei locali prima del 1876.
Ricalcando lo stesso schema conflittuale che si verificò per il servizio cimiteriale promiscuo, nel 1876 venne così meno la collaborazione delle due comunità della Santa e di VSF anche per l’istituzione scolastica primaria.

Prima però che da quella data si arrivasse ad una separazione concreta della scuola dovettero passare non pochi anni, necessari per costituire da parte delle due municipalità le nuove strutture scolastiche, la Santa nel 1881 e VSF nel 1905.
Durante questo periodo si osservò qualche minimo miglioramento come ad esempio l’istituzione di una seconda classe maschile, che permise di evitare i due turni del mattino e del pomeriggio che lasciavano “tanti fanciulli abbandonati alla deleteria influenza della strada”. Stiamo comunque parlando di classi che avevano non meno di 40 alunni, con punte fino a 70 nel caso delle bambine della maestra Botteri. Dal 1877 era previsto un triennio obbligatorio diviso in Prima inferiore, Prima superiore e Seconda, spesso con classi plurilivello. La disciplina era di non facile gestione, stante anche il mancato rispetto degli orari da parte degli alunni. Restava infatti primaria l’esigenza degli “impegni” domestici dei bambini. Non a caso il sabato le presenze si riducevano di molto perché i genitori andavano al mercato di Monza e i bambini dovevano restare a presidiare le case.
Ben preoccupante doveva risultare la condizione scolastica se ci dovessimo attenere alle parole di una ispezione dell’Ottobre 1878: “ Ciò che massimamente mi sorprese fu il sudiciume che imbrattava le due scuole maschili e la mancanza di spazio, di luce e d’aria in quelle due fetide stanze”.

Nel 1876 in sindaco L. Daelli deve chiudere provvisoriamente le scuole per la “repentina invasione dell’angina difterica”, grave infezione spesso a livello delle tonsille.

Per fortuna la situazione della classe femminile venne descritta con toni meno drammatici. Certo anche qui non mancavano i problemi, a cominciare dallo spazio (alcune fanciulle dovettero restare fuori della classe) e dal sovraffollamento di ben 72 alunne oltretutto divise in quattro sezioni (dall’infantile alla seconda). Lo zelo e la passione profusi dalla maestra Botteri dovevano essere messi a dura prova!
Ricordiamo che all’attività “normale” di queste classi si aggiungevano sia una “scuola serale” condotta dai due maestri e una “scuola meridiana” per fanciulle. Essa funzionava nell’intervallo del pranzo, durante la pausa dai lavori campestri o nei filatoi.

Fortunatamente sia la Santa che VSF uscirono da questa incresciosa situazione con i nuovi interventi strutturali a cui si accennava.

La prima a muoversi fu Monza. Già nel 1878 si perfezionò un accordo con la famiglia Camperio in base al quale quest’ultima donò al comune un terreno di circa 1800 mq vincolato alla realizzazione di un asilo infantile e una scuola elementare.

Avviso del 1876 del comune di Monza per l’assunzione di due maestri per le scuole della Santa e VSF

Il nuovo edificio era collocato tra la parrocchiale di S.Anastasia e il vecchio Cimitero, in fregio alla Provinciale per Lecco (nell’attuale via Bestetti) e fortunatamente è tuttora presente e ben funzionante (ospita il Centro ricreativo anziani e appartamenti comunali di edilizia pubblica). I lavori di realizzazione incontrarono qualche problema e conseguenti ritardi, ma nel 1881 i santesi poterono godere delle nuove scuole che saranno poi intitolate al poeta milanese Giuseppe Parini, primo edificio sul nostro territorio espressamente realizzato per ospitare una scuola ed asilo infantile.

I circa 120 scolari della Santa in obbligo scolastico videro chiaramente migliorare la loro condizione, accolti nelle otto aule spaziose e luminose sui due piani dell’edificio. Furono numerosi i successivi interventi di sistemazione e ampliamento: nel 1890 arretramento del muro che circondava il piccolo cortile antistante la scuola (ora area a parcheggio), nel 1891 sistemazioni varie e rifacimento delle latrine (causa fetori insopportabili), nel 1893 loggiato lungo il lato sud e rifacimento del cortiletto.

In particolare nel 1908 l’edificio fu ulteriormente ampliato su un nuovo lotto confinante di circa 300mq, sempre donato dalla famiglia Camperio.

Le “Scuole Parini” restarono attive a Villasanta per le classi elementari e materne fino a tutti gli anni ’50 del 1900, quando tutte le aule furono trasferite in sedi di nuova costruzione decisamente più rispondenti alle esigenze di crescita demografica e sociale del paese. L’edificio negli anni successivi fu utilizzato a fini pubblici ospitando ad esempio l’Ufficio postale o la sede di Associazioni (Circolo Amici dell’Arte, Combattenti e Reduci) e fu completamente ristrutturato alla fine degli anni ’90.

L’edificio delle Scuole Parini (il primo a sinistra) intorno al 1930. Si può notare l’antistante piccolo cortile alberato. Il muro che lo cintava fu arretrato per allinearlo al profilo degli edifici che affacciavano sulla via. (Da “Villasanta in cartolina 1890-1970” di B.Ferrara)

Fu poi la volta di VSF di realizzare la sua nuova struttura scolastica. Dobbiamo arrivare al 1905 quando furono inaugurate le “Scuole Notari”(1) collocate in Piazza Daelli (sul sedime dell’attuale scuola Oggioni). Nella ricerca di una opportuna collocazione del nuovo edificio, l’amministrazione villasanfioranese aveva individuato proprio quel pezzo di territorio di Monza in fregio alla Piazza Daelli che si incuneava in quello di VSF, alle spalle del centro del paese stesso. Ad inizio secolo si pervenne con Monza ad una permuta di territori comunali con relative modifiche dei confini, così da permettere a VSF di collocare la nuova scuola in un’area adeguata, a ridosso del centro e equidistante dalle cascine circostanti.
Nel frattempo la normativa scolastica aveva portato il ciclo delle elementari a 4 anni, da cui si accedeva ad un biennio di “avviamento professionale” o, previa esame, alle scuole medie (si effettuava subito la differenziazione tra chi doveva andare avanti negli studi e chi invece a lavorare).

Per gli scolari del paese fu certo un significativo miglioramento, di cui si fecero carico i cittadini di VSF. I ratei del mutuo acceso dall’amministrazione per coprire i costi dell’opera furono infatti finanziati con un aumento delle imposte sui terreni e fabbricati.
L’accesso all’edificio era garantito da un piccolo ponte che scavalcava la roggia Ghiringhella, che gli scorreva davanti. Il nuovo fabbricato, come già in uso precedentemente, accolse non solo le aule scolastiche ma anche la sede del Municipio. Furono anche previsti i locali per gli alloggi degli insegnanti, ma non essendoci spazio sufficiente per tutti e tre i docenti previsti, si decise di utilizzarli ad uso “locali di ginnastica”.  In generale comunque gli spazi si mostrarono dopo qualche anno già insufficienti, tanto che alcune classi femminili dovettero ricorrere al doppio turno, mattutino e pomeridiano, riducendo la frequenza giornaliera a sole 3 ore (rispetto alle 4 regolamentari).

Le Scuole Notari in Piazza Daelli in epoca successiva alla costituzione del nuovo comune di Villasanta.

Può essere decisamente istruttivo riportare le prove di una sessione d’esame di “Proscioglimento” dalla 3° classe elementare dell’anno scolastico 1891/2.
Esse ci trasmettono tanto una fotografia dell’ambiente “sociale” del tempo che del livello di preparazione che si richiedeva agli alunni.

 LINGUA ITALIANA (prove scritte da comporre)

  • Lettera al padrone: la figlia di un povero colono chiede al padrone il soccorso di lire 10 per comprare le medicine alla mamma ammalata;
  • Raccontino : due fanciulli andando alla Scuola trovano sulla via un portamonete. Che cosa consiglia di fare uno di essi del denaro trovato?
  • Letterina di consiglio: come sapete, persuadete un vostro compagno perché fugga la compagnia di chi ….?

ARITMETICA E SISTEMA METRICO

  1. Un merciaiuolo compera m.59,6 di nastro seta a £ 1,29 al metro. Vuol pagare questa compera in 6 mesi. Quante lire deve dare al mese ?
  2. Un oste compera brente 28 di vino a £ 27,8 alla brenta. Ma in negozio vende questo vino a £ 0,70 al litro. Si domanda il guadagno fatto in questo affare.
  3. Un ettogrammo di lardo vale £ 1,79. Si domanda il prezzo:
    di 20 ettogrammi e
    di quintali 43 dello stesso lardo.

Quando nel 1928 nacque Villasanta, dall’aggregazione della frazione monzese della Santa a VSF, il nuovo comune poté godere delle due strutture delle “scuole Parini” e delle “scuole Notari”. Nel frattempo, con la riforma Gentile, la scuola elementare si configurò in tre gradi: grado preparatorio (3 anni), inferiore (3 anni), superiore (2 anni). La classe sesta era l’ultimo anno del ciclo inferiore, pur avendo programmi e organizzazione comune con il ciclo superiore di due anni . Le classi dopo il quinto anno avevano il nome di classi integrative di avviamento professionale (dalla sesta alla ottava). A Villasanta, dopo i primi cinque anni, si poteva accedere solo al primo anno di “professionali”.

Volantino realizzato dagli scolari delle scuole elementari nel 1941 e distribuito in 1000 esemplari.

In particolare proprio nel 1928 il Podestà perorò al Consiglio provinciale scolastico, il mantenimento nel comune della “classe sesta per avviamento al lavoro agricolo”.  Significativa è la motivazione della richiesta, data dal fatto che “la popolazione eminentemente agricola viene ad avere un valido mezzo di incremento culturale per la nuova gioventù che tanto abbisogna di conoscere le moderne conquiste della tecnica agraria”.
Non si era ancora realizzata del tutto quella rivoluzione industriale che trasformerà completamente il panorama fisico e sociale del nostro paese.
Le scuole continuavano ad essere divise in classi maschili e femminili. Quest’ultime prevedevano come materia scolastica anche “il lavoro donnesco”, che nelle superiori assumeva la denominazione di “economia domestica”, accompagnata da opportune esperienze.

Questa situazione si mantenne inalterata fino a tutto il secondo dopoguerra, se si esclude il trasferimento delle aule degli Uffici comunali dalla scuola Notari al nuovo Municipio nei primi anni ’30.

Dagli anni ’50 in poi la storia delle nostre strutture scolastiche assecondò l’impetuoso sviluppo che caratterizzò tutta la comunità villasantese tanto sul fronte economico e sociale quanto demografico. Basti pensare che dai circa 6500 residenti del 1945 si passò nel giro di un quarantennio a raddoppiare questa cifra, arrivando a più di 12000 abitanti. Chiaramente le esigenze di spazi scolastici si moltiplicarono in diretta proporzione.

Gli interventi più significativi arrivarono nel 1960. Per prima cosa si realizzò il nuovo edificio scolastico di via De Amicis, intitolato alla  memoria di “Ambrogio Villa”, fante medaglia d’oro caduto nel 1941 sul fronte greco (ora Scuole “Fermi”), che andò ad accogliere tutto il ciclo delle scuole elementari, liberando così le vecchie Scuole Parini. Quasi in contemporanea si intervenne sul plesso delle Scuole Notari, realizzando un primo ampliamento sul fronte del vecchio edificio. Sulla facciata originaria si innestò un nuovo corpo in stile “razionalista”, creando un inedito ibrido architettonico, che comunque mise a disposizione spazi per nuove aule e servizi. Cambiò anche la denominazione della scuola che venne ora intitolata all’alpinista villasantese Andrea Oggioni (tragicamente morto nel 1961 sul Monte Bianco).

La Scuola “Oggioni” (ex Notari) dopo il primo intervento di ampliamento sul fronte di Piazza Daelli (da “Villasanta in cartolina - 1890 - 1970” di B.Ferrara).

In questa prima fase ci si assestò dunque  con le classi delle elementari  nel nuovo edificio di via De Amicis (scuola “A.Villa”) mentre nelle Notari/Oggioni venne attivato un ciclo secondario di scuole professionali (il cosiddetto Avviamento). Tutti gli alunni utilizzavano ancora una divisa “omogeneizzante”: alle elementari i maschietti in blusa nera con colletto bianco e fiocco rosso e le bambine in grembiulino bianco e fiocco azzurro, mentre i grandi dell’Avviamento in blusa blu (modello “Toni”) con la mitica sigla VAP (Villasanta Avviamento Professionale, che l’arguzia popolare trasformò ingiustamente in “Veri Asini Parlanti”). Chiaramente per le “Scuole medie” (quelle che aprivano ai cicli scolastici superiori) si doveva andare ancora a Monza. Si dovette aspettare la Riforma scolastica del 1962, con l’istituzione delle “Medie unificate” per avere (sempre alle “Oggioni”) anche a Villasanta il ciclo (allora) delle Scuole medie inferiori. Finalmente tutti i giovani villasantesi potevano ritrovarsi insieme anche dopo le elementari senza doversi subito “selezionare” tra i “bravi” destinati a Monza e gli “asini” che restavano a Villasanta !!!

La Scuola “Fermi” appena realizzata (Da “Villasanta in cartolina 1890-1970” di B.Ferrara)

Il potenziamento delle nostre strutture scolastiche non si era ancora fermato. Negli anni ’70 arrivarono nuove importanti realizzazioni. Prima di tutte il nuovo edificio delle scuole elementari in via A.Negri, che divenne la nuova scuola “A.Villa”. La disponibilità di questo nuovo plesso determinò una ricollocazione di tutte le nostre scuole, tuttora vigente :

  • Nel plesso di via De Amicis si trasferì il triennio delle medie, ora intitolate a “E.Fermi”, che poterono godere anche della nuova struttura del Palazzetto dello sport
  • Le classi delle elementari si distribuirono sia alla nuova “Villa” che alla “Oggioni”. Questa oltretutto dopo qualche anno vide un ulteriore ampliamento, questa volta nella parte posteriore del blocco originario, con la realizzazione anche di una piccola palestra, raggiungendo l’assetto attuale.

Vogliamo in fine ricordare anche gli interventi relativi alla scuola dell’infanzia. Negli anni ’50 la famiglia “Tagliabue” (proprietaria della Lombarda Petroli) realizzò la scuola che porta tuttora il suo nome e che fu poi donata al Comune. Successivamente negli anni ’80 arrivarono in via della Resega il nuovo Asilo nido “Girotondo” e la scuola materna “Arcobaleno”, largamente ampliate e ristrutturate nei primi anni 2000.

 

 

NOTE

(1) Si trattava di Umberto Notari (1878-1950) affermato giornalista, editore e scrittore che operò nel periodo tra le due guerre mondiali. Particolarmente inserito negli ambienti culturali del tempo, fu vicino sia al movimento futurista che al regime fascista, tanto che fu uno dei sottoscrittori del “Manifesto della razza”.  Villasantese d’adozione, fondò proprio alla Santa, presso l’omonima villa in via Garibaldi, nel primo decennio del secolo una casa editrice che, trasferitasi poi a Milano, diventò una delle prime d’Italia: l’Istituto Editoriale Italiano. Si deve a questa sua attività se la Santa vide in quegli anni il passaggio di illustri personaggi quali il poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti o la scrittrice e poetessa  Ada Negri (che dedicò alcune pagine ai suoi soggiorni alla Villa e proprio alla Santa).

 

BIBLIOGRAFIA

  • ASMI (Archivio Storico Milano) = Fondi : Studi, Catasto, Censo, Religione
  • ARCHIVIO Comune di Villasanta
  • ARCHIVIO STORICO CIVICO Comune di Monza